Blog Post

Cos'é la Link building e qualche consiglio pratico

Hai un sito che ti è costato tempo e fatica ma il traffico che riceve da Google non ti soddisfa? Eppure il tuo sito è ben fatto, ben organizzato, con una buona struttura di navigazione e con contenuti di qualità...


E allora perché il posizionamento SEO non è quello che ti aspettavi? Perché non ricevi abbastanza traffico dai motori di ricerca, Google in primis?


Una delle soluzioni principali ai tuoi problemi di “classifica” si chiama link building.

Che cos’è la link building?

È una tecnica SEO che ha lo scopo di aumentare il numero di link in ingresso (detti backlink) verso un sito web per migliorare la visibilità e il posizionamento sui motori di ricerca.


Ma perché sono così importanti i link?


Perché i risultati dei motori di ricerca non si basano solamente sul contenuto di una pagina, ma anche sul numero di link che puntano su questa pagina da altri siti. La quantità e la qualità dei link a una pagina, secondo Google, danno una stima approssimativa dell’importanza del sito web: dunque più un sito è importante, più link riceverà da altri siti web.

Attenzione però: non è solo una questione di quantità di link, ma anche di qualità perché è proprio questo ultimo fattore che contribuisce a influenzare la SEO di un sito web, determinandone il posizionamento.


Ora ti starai chiedendo…come si ottengono questi link?


Per ragionare sul lungo termine, la link building deve essere naturale e organica e richiede tempo: il processo è quello di guadagnare link (Link Earning) producendo e promuovendo contenuti eccellenti che spingono gli utenti a condividerli sul web, creando così collegamenti spontanei. Un alto numero di collegamenti che puntano a una determinata pagina del tuo sito indicherà a Google che quella pagina è importante.


Come ti spiegavo, non tutti i link hanno lo stesso peso: più un sito è ritenuto Esperto, Autorevole e Affidabile (EAT), maggiore è il peso del link di quel sito. L’esempio più evidente è Wikipedia, che ha migliaia di siti collegati ad esso.


Dunque se il sito che si collega al tuo ha un’autorità di dominio (DA) alta e contenuti simili al tuo, allora il backlink è ottimo per la SEO e il posizionamento su Google.

Se vogliamo fare un paragone con la vita reale, i backlink sono una sorta di “referenza” o “raccomandazione”: maggiore è l’autorevolezza della persona da cui proviene la referenza, maggior valore verrà attribuito a chi è oggetto di questa raccomandazione.


Ma come esistono backlink “buoni”, esistono anche backlink “cattivi”: sono quelli provenienti da fonti non correlate o non attendibili perché penalizzate da Google. In questo caso, questi backlink non solo non aiuteranno il tuo sito, ma saranno controproducenti. Dunque, fai attenzione a chi ti promette “tanti link” perché potrebbero rivelarsi un pericoloso boomerang.



È evidente, dunque, perché la link building è importante in ottica SEO: perché influenza in modo importante il modo in cui Google classifica le pagine web; aumentando il numero di siti di alta qualità che rimandano alle tue pagine puoi migliorare il ranking del tuo sito.

Cos’è una campagna di link building?

Se la via “naturale” è la migliore per fare link building, esistono però anche tecniche e strategie utilizzate per ottenere siti web esterni da collegare al tuo.


È possibile infatti attuare vere e proprie campagne di link building, ovvero mettere in pratica strategie per aumentare il numero di backlink di un sito con un obiettivo preciso, ad esempio l’aumento del traffico. Il backlink punterà a un elemento specifico del tuo sito (ad esempio una pagina che ritieni strategica), scelta in base all’obiettivo.


Fare link building è tutt’altro che semplice e immediato; per mettere in pratica una campagna che funzioni e produca risultati servono:


  • Contenuti: devono essere utili e di qualità per gli utenti, affinché siano meritevoli di un backlink
  • Competenze: servono per analizzare e monitorare il settore e la concorrenza (alcuni software come SEMRush, SEOZoom o Ubersuggest potranno tornarti molto utili)
  • Tempo: sia la produzione di contenuti di qualità, sia le analisi richiedono un alto investimento in termini di tempo.

I 5 step per fare link building

  1. Link profile: è l’insieme dei backlink che puntano al sito cui si rivolge a campagna di link building. Si tratterà di backlink provenienti da domini diversi, tutti pertinenti ai contenuti del tuo sito

  2. Link prospecting: questo passaggio consiste nel trovare siti pertinenti e attendibili su cui pubblicare i backlink. Una volta ricavata una lista di potenziali domini, bisognerà analizzarli uno per ciascuno per comprenderne l’autorevolezza. Per farlo puoi utilizzare alcuni strumenti come ad esempio Majestic SEO, SEM Rush o SEO Zoom

  3. Outreach: hai scelto i backlink, hai individuato i domini pertinenti, a questo punto non ti resta che contattare i proprietari di questi domini su cui vuoi pubblicare i backlink per il tuo sito. Comincia da quelli più autorevoli e valuta i riscontri, poi procedi in ordine con quelli successivi. Ricorda che ti stai rivolgendo a una persona reale, quindi scrivi la tua mail in maniera formale e dettagliata, ma senza dilungarti eccessivamente. Dopo la tua presentazione indica il sito su cui vuoi pubblicare il backlink e il tipo di contenuto e spiega quali vantaggi ricaverebbero loro nel pubblicare un backlink per il tuo sito

  4. Creazione di contenuti: come ti ho già spiegato, devono essere utili, di qualità, originali e completi. Poi la forma può essere la più varia: che siano articoli informativi, pdf, slide o video poco cambia. L’importante è che siano rilevanti per il target che vuoi raggiungere e da cui speri di ottenere backlink.
    L’argomento sceglilo tu in base al tuo settore: se hai un ristorante puoi pubblicare ricette, se hai un negozio di ottica invece puoi concentrarti su contenuti relativi a patologie e rimedi, oppure su comportamenti sbagliati che possono provocare determinati problemi alla vista

  5. Monitoraggio: come sempre, questa è la fase che viene lasciata per ultima, ma che in realtà è basilare. Perché una campagna funzioni, infatti bisogna tenerne sempre sotto controllo l’andamento: dunque quali sono i backlink nuovi acquisiti, quelli persi, la loro qualità e la quantità di traffico ricevuto.

Dove fare link building

Ora che sai come si realizza una campagna di link building, vediamo dove pubblicare i tuoi backlink. Le fonti di backlink sono diverse, non tutte della stessa qualità, ma l’importante è sfruttare al meglio ogni opportunità. Vediamo alcune.


Uno dei luoghi migliori e più rapidi sono i social media, fonte inesauribile non soltanto per condividere backlink al tuo sito, ma anche per farti un’idea dei trend del momento e trovare spunti per i tuoi contenuti in base agli interessi della community in target con il tuo settore. Anche in questo caso, però, come per i blog, i backlink pubblicati sui social sono (tecnicamente parlando) Rel=NoFollow e quindi non servono per il posizionamento su Google, ma solo per portarti traffico.


Altra via è il Guest Posting, ovvero la possibilità di far pubblicare un tuo contenuto sul blog di un altro sito. Attenzione però: siccome questa strategia è diventata molto comune abbassando la qualità dei contenuti ospitati, Google ha iniziato a penalizzarli. Cerca quindi di produrre contenuti di alta qualità in modo che i siti più affidabili continuino a pubblicare i tuoi guest post, ma non affidarti esclusivamente a questa tattica per non farti svalutare da Google.


Luoghi meno “pregiati” sono i Forum perché producono backlink di scarso valore, in quanto praticamente tutti permettono agli utenti di inserire backlink al proprio sito.

Più il forum tratta tematiche pertinenti al tuo sito, più il backlink inserito sarà di qualità: ovviamente non basta un’apparizione fugace sul forum, ma serve una partecipazione reale alle discussioni, altrimenti i tuoi interventi verranno considerati spam. Per lo stesso motivo il backlink va inserito quando è realmente utile e inerente alla discussione in atto. 


Utile la partecipazione a blog, sempre inerenti al tuo sito e settore, per inserire backlink all’interno dei commenti, con le stesse modalità e “regole” che ti ho spiegato per i forum. Dunque, no alla pubblicazione selvaggia di backlink e sì a commenti pertinenti e utili agli articoli più letti, dopo aver stretto comunque buoni rapporti con l’autore del blog. Tieni conto, però, che dal punto di vista SEO i backlink inseriti nei commenti dei post hanno a loro volta l’attributo Rel=NoFollow.

C’è anche un’altra via che è quella dell’acquisto di backlink: si tratta di una tecnica che va contro le linee guida di Google, ma che se messa in atto con competenza può portare buoni risultati per traffico e posizionamento. Ovviamente devi tenere conto del fatto che i siti più autorevoli costano molto e che i risultati richiedono del tempo per essere tangibili.


Come dicevo è una pratica da fare con molta attenzione: i backlink devono sempre essere acquistati da siti inerenti e pertinenti con il tuo, altrimenti i motori di ricerca ti penalizzeranno. Controlla anche che la pagina su cui verranno pubblicati i backlink acquistati non contenga troppi link che puntano all’esterno, altrimenti il valore diminuisce. Infine è importante conoscere il valore anche dei siti che puntano e sono puntati dal sito da cui vai a comprare i backlink: sembra una matrioska, ma se il sito “venditore” punta verso troppi siti di scarso valore, Google potrebbe penalizzarlo improvvisamente, trascinando anche te.

Tecniche di Link Building sbagliate

Infine, ecco un ultimo consiglio su come non fare Link Building.

Evita di usare i software di Link Building automation, quelli, cioè, che permettono di automatizzare la pubblicazione di backlink su altri siti, forum, blog ecc. Sembrano utili, ma in realtà portano a una penalizzazione da parte di Google.


Sono gli stessi software utilizzati dai marketplace che vendono backlink a prezzi super vantaggiosi: dunque si trovano mega offerte, però si viene penalizzati a medio-lungo termine.


Penalizzati anche i network di siti su cui molte web agency attivano le campagne di link building per i propri clienti: se tutti questi siti sono sullo stesso server con lo stesso IP, ad esempio, Google li “smaschera” e l’azione sarà controproducente.

Insomma, come ti ho spiegato, meglio affidarsi a tecniche forse meno veloci, ma più sicure in termini di riuscita.


La considerazione di fondo è che la Link Building NON è un processo rapido: serve infatti diverso tempo perché tu possa vedere i risultati in termini di posizionamento del tuo sito. Dipende da tanti fattori, tra cui la concorrenza nel tuo settore e l’attività dei tuoi competitor, il tipo di backlink che stai creando ecc.



Quello che è fondamentale è il monitoraggio della campagna e del posizionamento di partenza, in modo da renderti conto degli aggiustamenti eventuali da fare.

Riassumendo

Oggi non puoi pensare di poterti affidare solo alla Link Building per portare traffico al tuo sito: quest’attività va integrata con altre tecniche di digital marketing nell’ottica di una strategia più ampia che potrà fare la differenza per il tuo business, specialmente se punti a risultati più rapidi o testare velocemente un nuovo prodotto o servizio sul mercato.


In questo caso Pubblicità, Influencer marketing e realizzazione di funnel ad hoc sapranno darti certamente dei feedback massicci e in una frazione del tempo che dovresti investire per ottenere risultati attraverso il link building.


Quello che serve alle aziende è lavorare sempre su due binari per ottenere traffico di qualità attraverso internet: campagne pubblicitarie (a breve-medio termine) + posizionamento su motori di ricerca (a medio-lungo termine).

Al prossimo articolo!

E ricorda: la formazione non è un costo ma un investimento su di te e il tuo futuro.

Autore

Guglielmo Arrigoni

Piaciuto l'articolo? Condividilo sui social e diventa anche tu un Supereroe Digitale 🦸che sensibilizza il territorio su queste tematiche fondamentali per il business :-)

Vuoi ricevere i prossimi articoli del Blog comodamente via email?

Iscrizione newsletter articoli DSA

Seguici sui Social

Il Digital Club

L'abbonamento per la tua Formazione Continua sul Digital.

Qui trovi tutti i video corsi online , per iniziare subito dove vuoi, quando vuoi e quante volte vuoi, proprio come su Netflix.

SCOPRI SUBITO IL DIGITAL CLUB

Seguici su Instagram

Piaciuto l'articolo?

Condividilo sui social e diventa anche tu un Supereroe Digitale 🦸che sensibilizza il territorio su queste tematiche fondamentali per il business :-)

Newsletter

Iscriviti alla Newsletter e ricevi subito i tuoi Video bonus GRATUITICompila la form:

Iscrizione newsletter colonna DSA

Il Digital Club

Qui trovi tutti i video corsi online, per iniziare subito la tua Formazione Continua dove vuoi, quando vuoi e quante volte vuoi. 

Corsi con

Diploma Federale

Corso con

Attestato Federale

Articoli Recenti

Autore: Guglielmo Arrigoni 24 marzo 2025
La gamification è l’applicazione di elementi tipici dei giochi a contesti non ludici. Ma cosa significa? In parole povere vuol dire utilizzare aspetti come sfide, punti, classifiche, premi e punizioni in situazioni che con il gioco non hanno nulla a che vedere, come il marketing, la formazione, la promozione o la produttività sul posto di lavoro. Lo scopo? Quello di rendere le attività più coinvolgenti e motivanti per i partecipanti. Una delle applicazioni più diffuse e conosciute della gamification nel marketing sono i programmi fedeltà: chi non ha mai fatto una raccolta punti sia in modo tradizionale, ritagliando il coupon dalla confezione e applicandolo su una scheda cartacea, sia attraverso le carte fedeltà? Questi sono esempi basilari di gamification che funzionano ancora ma, vista l’età, possono essere noiosi o poco coinvolgenti. Oggi le strade sono molte e più articolate e, a livello di marketing, la gamification è un asso nella manica non da poco.
Autore: Guglielmo Arrigoni 24 febbraio 2025
Se il tuo e-commerce non converte come vorresti, una delle cause potrebbe essere legata al modo in cui sono realizzate le tue schede prodotto. Penserai che la scheda prodotto sia la parte più facile di un sito: una foto, una descrizione, il prezzo e via. In verità la scheda prodotto è una delle sezioni più importanti per un e-commerce: di fatto è la carta d’identità dei prodotti e il suo compito è quello di convincere l’utente ad acquistare. Praticamente è l’ultimo step prima del carrello: se la scheda prodotto è ben fatta, l’utente cliccherà il fatidico pulsante “Aggiungi al carrello”… altrimenti addio vendita. Nonostante questo, spesso si tratta di una delle sezioni più trascurate e su cui molti brand avrebbero bisogno di lavorare, sia sui propri e-commerce, sia su piattaforme come Amazon o simili.
Autore: Guglielmo Arrigoni 18 febbraio 2025
Intelligenza artificiale (AI): se ne parla tanto. C’è chi la osanna e chi la vede come fumo negli occhi. Sicuramente il suo avvento ha rivoluzionato molti settori e ignorarne le potenzialità sarebbe un autogol alla crescita del tuo business. Se applicata al digital marketing, infatti, l’AI può diventare uno strumento estremamente potente; in particolare, ChatGPT sta cambiando il mondo del copywriting, permettendo di raggiungere risultati migliori in minor tempo, grazie alla semplificazione dei processi di scrittura dei contenuti. Non riconoscerlo e non sapere come utilizzare la AI oggi può farti perdere terreno prezioso nei confronti dei tuoi competitor. Dunque, vediamo come usarla al meglio.
Autore: Guglielmo Arrigoni 3 febbraio 2025
Prima regola per avere successo nel business come nello sport è conoscere i tuoi competitor, avversari o concorrenti che dir si voglia. Tanto gli atleti quanto gli imprenditori, infatti, si preparano alla sfida nello stesso modo, cioè individuando punti deboli e punti di forza dei concorrenti per elaborare poi una propria strategia. L’analisi della concorrenza consiste proprio in questo: identificare i tuoi concorrenti diretti e indiretti, analizzare i loro punti di forza e di debolezza confrontarli con i tuoi e da qui partire per studiare la tua azione di marketing
Autore: Guglielmo Arrigoni 20 gennaio 2025
Brand reputation, ovvero la reputazione aziendale, l’impressione che gli utenti hanno del tuo marchio. Un concetto tanto banale, quanto fondamentale. Il termine racchiude infatti tante sfaccettature: la “reputation” implica infatti le valutazioni, percezioni e aspettative dei consumatori che derivano non soltanto dalla storia della tua azienda, ma anche dalle politiche e azioni compiute e dalle attività di pubbliche relazioni. Tutti concetti che ruotano attorno alla sfera fondamentale della fiducia che i consumatori hanno nella tua azienda. Migliorare la Brand reputation vuole dire attuare tutte le strategie necessarie affinché gli utenti abbiano un’impressione positiva del tuo marchio, portandole a fidarsi di esso e diventare nuovi acquirenti o, meglio ancora, clienti fidelizzati.
Altri post

Ti potrebbero anche interessare:

Autore: Guglielmo Arrigoni 24 marzo 2025
La gamification è l’applicazione di elementi tipici dei giochi a contesti non ludici. Ma cosa significa? In parole povere vuol dire utilizzare aspetti come sfide, punti, classifiche, premi e punizioni in situazioni che con il gioco non hanno nulla a che vedere, come il marketing, la formazione, la promozione o la produttività sul posto di lavoro. Lo scopo? Quello di rendere le attività più coinvolgenti e motivanti per i partecipanti. Una delle applicazioni più diffuse e conosciute della gamification nel marketing sono i programmi fedeltà: chi non ha mai fatto una raccolta punti sia in modo tradizionale, ritagliando il coupon dalla confezione e applicandolo su una scheda cartacea, sia attraverso le carte fedeltà? Questi sono esempi basilari di gamification che funzionano ancora ma, vista l’età, possono essere noiosi o poco coinvolgenti. Oggi le strade sono molte e più articolate e, a livello di marketing, la gamification è un asso nella manica non da poco.
Autore: Guglielmo Arrigoni 24 febbraio 2025
Se il tuo e-commerce non converte come vorresti, una delle cause potrebbe essere legata al modo in cui sono realizzate le tue schede prodotto. Penserai che la scheda prodotto sia la parte più facile di un sito: una foto, una descrizione, il prezzo e via. In verità la scheda prodotto è una delle sezioni più importanti per un e-commerce: di fatto è la carta d’identità dei prodotti e il suo compito è quello di convincere l’utente ad acquistare. Praticamente è l’ultimo step prima del carrello: se la scheda prodotto è ben fatta, l’utente cliccherà il fatidico pulsante “Aggiungi al carrello”… altrimenti addio vendita. Nonostante questo, spesso si tratta di una delle sezioni più trascurate e su cui molti brand avrebbero bisogno di lavorare, sia sui propri e-commerce, sia su piattaforme come Amazon o simili.
Autore: Guglielmo Arrigoni 18 febbraio 2025
Intelligenza artificiale (AI): se ne parla tanto. C’è chi la osanna e chi la vede come fumo negli occhi. Sicuramente il suo avvento ha rivoluzionato molti settori e ignorarne le potenzialità sarebbe un autogol alla crescita del tuo business. Se applicata al digital marketing, infatti, l’AI può diventare uno strumento estremamente potente; in particolare, ChatGPT sta cambiando il mondo del copywriting, permettendo di raggiungere risultati migliori in minor tempo, grazie alla semplificazione dei processi di scrittura dei contenuti. Non riconoscerlo e non sapere come utilizzare la AI oggi può farti perdere terreno prezioso nei confronti dei tuoi competitor. Dunque, vediamo come usarla al meglio.
Altri articoli
Share by: